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Un uomo è morto. Il sangue schizza dal collo, un getto violento e inatteso. Una coltellata decisa gli ha tranciato la gola. Il sangue si è sparso sulla terra battuta.

Puzzava quell’uomo, puzzava di piscio e di merda. Puzzava la strada, l’odore del vino e del tabacco stantio. Di giorno guardava la gente, quell’uomo, la gente passava e non lo guardava. Pochi lo conoscevano, lo salutavano chiamandolo per nome. Si chiamava Ben K. quell’uomo.

Il grido di stupore si è perso nel silenzio. Poco più in alto, la statua della libertà, immobile, i piedi rossi di sangue, tiene la fiaccola alta verso la luna. Negli appartamenti delle torri che sovrastano il fiume, qualcuno si è rigirato nel letto, un rumore lontano gli ha fatto socchiudere gli occhi. Il sonno è ritornato, veloce.

Un uomo è morto, sgozzato sull’isola dei Cigni. Galleggia come un sacco buttato nella Senna, i vestiti si aprono sul filo dell’acqua, il corpo si ripulisce nella corrente. Le alghe lo abbracciano, lo trattengono dal scivolare verso il mare. La testa ondeggia appoggiata al cemento della riva. Un rumore sordo ritma il silenzio nella notte, la pelle si lacera, il volto si cancella. La statua della libertà guarda i primi raggi di sole.

Un uomo è morto questa notte. Puzzava quell’uomo, puzzava di piscio e di merda.

Si Ben K.

 

Ile du Cygne,

14 Maggio 2006.

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