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Italie, 2021

La città era ancora lì

Francesco Acerbis

È passato più di un anno dal lockdown della primavera 2020, un anno difficile, intenso, denso di emozioni contrastanti, un anno per molti versi solitario che ha messo in evidenza fragilità ed efficienze collettive e individuali. La pandemia di Covid-19 continua il proprio corso in tutta Italia imponendo regole ormai diventate abitudine e svelando atteggiamenti

che suscitando a profusione aspri dibattiti politici, socio-economici e scientifici.

Intanto i riflettori si sono spenti su Bergamo, l’ospedale Papa Giovanni XXIII pian piano sanifica i reparti di terapia intensiva che tornano a poter curare i malati di ogni patologia, sui giornali di tutto il mondo sono scomparsi gli articoli dalle prime pagine dei giornali e le immagini realizzate da fotografi venuti d’altrove per mostrare una città dalla natura riservata che loro stessi non potevano vedere. Bergamo è tornata ad essere una città come altre, una città che non ama far parlare di sé, generosa e brontolona, ricca di eccellenze e di contraddizioni, profondamente provinciale con un piede nel mondo.

Ma le ferite di quei giorni restano, tracimano nel presente al ritmo altalenante delle curve dei contagi, dei tamponi realizzati, del numero di persone vaccinate, del lampeggiare dei colori assegnati alle regioni. Col tempo l’esperienza vissuta si dilata e si sedimenta nei pensieri, modifica la percezione dello spazio, si trasforma in ricordo e si ricompone in memoria collettiva mentre persone e luoghi scivolano verso il futuro con determinazione o con rassegnata indolenza, portando con sé una pagina di Storia non ancora scritta ma che si manifesta in filigrana in ogni luogo.

Le fotografie realizzate per il Bergamo Festival descrivono il presente per evocare la memoria del passato recente sollecitando l’oggi di vie, piazze, edifici e spazi pubblici che per molteplici ragioni contengono le tracce visibili e invisibili dei momenti più traumatici e difficili della pandemia. Accanto a luoghi diventati simbolo come via Borgo Palazzo, il cimitero, l’ospedale, la fiera e lo stadio, le immagini ripercorrono la città scoprendo nei luoghi del quotidiano l’impronta di quegli avvenimenti, i segni che svaniranno nel tempo ma che a un anno dall’inizio della pandemia restano ancora visibili in controluce.

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